L’isola dei confinati diventata simbolo dell’Europa unita
Ventotene è un luogo simbolo per l’Unione europea. Negli anni del fascismo, l’isola era utilizzata per mandarvi al confino, una sorta di esilio interno, gli oppositori politici. Tra questi c’era Altiero Spinelli, ex militante del Partito Comunista. Spinelli rimase a Ventotene dal 1939 al 1943. Nel 1941, mentre l’Italia e il mondo erano nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, scrisse insieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni il documento “Per un’Europa libera e unita”, che prese poi il nome di “Manifesto di Ventotene”. L’idea alla base del Manifesto era che gli Stati europei avrebbero dovuto unirsi in un’unica grande federazione, dotata di un esercito e di una politica estera unica, un’unica moneta e in grado di garantire la rappresentanza diretta dei cittadini: gli Stati Uniti d’Europa. Considerando l’epoca in cui venne scritto, in cui la Germania nazista controllava quasi l’intera Europa, un progetto davvero rivoluzionario.
Dopo la caduta del fascismo nel luglio 1943, Spinelli fu liberato e lasciò Ventotene. Nei mesi successivi a Milano fondò il Movimento Federalista Europeo, che aveva come programma proprio il Manifesto di Ventotene. Nel dopoguerra Spinelli diventò prima commissario europeo (1970-1975) e poi deputato, nazionale ed europeo (1976-1986). Prima di morire nel 1986, chiese di essere tumulato nell’isola dove aveva trascorso il confino. Oggi molte delle idee del Manifesto di Ventotene sono diventate realtà: in gran parte dell’Europa c’è una moneta unica e non esistono più i confini. Tuttavia i tempi per un unico Stato europeo non sembrano essere ancora maturi