Rinascere dopo il terremoto grazie al sostegno dell’Europa
Cis Aree Sisma. Il nome può sembrare difficile, ma il concetto è semplice: i fondi della coesione europea utilizzati per sostenere lo sviluppo delle aree che hanno subito il terremoto nel 2016 e nel 2017 in Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Una sequenza di scosse che ha causato 303 morti e circa 41mila sfollati. Ma per cosa serviranno in concreto questi fondi? La risposta arriva dalla piattaforma Open Coesione, che monitora tutti i progetti finanziati con i fondi di coesione attivi in Italia: il 51% dei progetti previsti è attualmente in corso ed il costo totale per ora è di 110 milioni di euro. Il 35% dei fondi andrà a finanziare iniziative a tutela dell’inclusione sociale e della salute, mentre il 21% servirà per trasporti e mobilità. Da segnalare anche che l’11% dei finanziamenti andrà alla tutela dell’ambiente. Parliamo, comunque, nella quasi totalità dei casi di fondi che andranno a finanziare infrastrutture. Se, invece, volessimo vedere quali sono gli enti che stanno beneficiando dei fondi, dobbiamo dire che la Regione Marche avrà quasi il 10% dei fondi con 9,4 milioni di euro finora stanziati. Qualche esempio di interventi che verranno realizzati? Il Comune di San Ginesio, in provincia di Macerata, avrà 9,1 milioni per il progetto “Storia Natura Cultura Borghi e Vallata del Fiastra”, 15 km di camminamenti e percorsi ciclabili per far ripartire il turismo locale. Il Comune di Castelraimondo, invece, beneficerà di 8,7 milioni per la riqualificazione di strutture che serviranno per una scuola di alta formazione per il turismo. Sarà il Cis Aree Sisma a finanziare questi progetti: è tecnicamente un Contratto istituzionale di sviluppo. In altre parole, è di un accordo tra Ministeri, Regioni e soggetti attuatori (Rete Ferroviaria Italiana e ANAS) per l’accelerazione della realizzazione di grandi infrastrutture ritenute strategiche e di rilevanza nazionale. Parliamo in particolare di investimenti che si sviluppano in singoli interventi tra loro funzionalmente connessi, che richiedono un approccio integrato; opere infrastrutturali di rilievo nazionale, interregionale e regionale, funzionali alla coesione territoriale e a uno sviluppo equilibrato del Paese. Nei contratti sono definiti i progetti degli interventi (tipologia, costi, tempi di attuazione etc.), le responsabilità, i criteri di valutazione e monitoraggio e le sanzioni per eventuali ritardi o inadempimenti. Il Cis Aree Sisma verrà finanziato con i fondi del periodo 2021-2027. Per avere un contesto più chiaro: questo nuovo ciclo di fondi di coesione è appena iniziato e si affianca alla fase finali di quello precedente, relativo al Rinascere dopo il terremoto grazie al sostegno dell’Europa 2014-2020. Al 31 agosto 2022 poco più di 857mila progetti monitorati per un valore complessivo di circa 121,6 miliardi di euro e pagamenti per 44 miliardi di euro. I fondi di coesione servono a colmare i divari territoriali all’interno dell’Unione europea e dei singoli Paesi. Vengono utilizzati per varie funzioni, non solo infrastrutture come nel caso delle aree colpite dal terremoto: possono servire anche per costruire asili nido, centri per il supporto alle donne che hanno subito violenze o finanziare incentivi per l’assunzione di donne e giovani. Con i fondi di coesione dal 2007 a oggi sono stati realizzati sono 1.811.769 interventi. Il costo pubblico complessivo dei progetti monitorati da Open Coesione è pari a 216,5 miliardi di euro (di cui risorse coesione per 179,9 milioni di euro) mentre per quanto riguarda l’avanzamento dei pagamenti, il totale è pari a 111,2 miliardi di euro (di cui 101,1 miliardi di euro di risorse coesione).
Di Cosimo Firenzani