Briefing Note 54 – Focus sul PNRR
A luglio 2020 è stato lanciato il programma NGEU (Next Generation EU) dalla Commissione Europea. Esso prevede investimenti per circa 750 miliardi di euro allo scopo di sostenere la crisi post COVID, che ha colpito l’Italia più di qualsiasi altro Stato dell’UE. Il NGEU (385 miliardi in prestiti e 338 miliardi in fondi sotto forma di sovvenzioni) è composto da due strumenti principali: REACT EU (per gli anni 2021-2022) e, soprattutto, il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza 2021-2026 (RRF).
Con una procedura simile a quella relativa alla programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), l’Italia ha avviato consultazioni con le parti sociali e con la Commissione Europea per la proposta di investimenti da attuare con queste risorse: a marzo 2021 le negoziazioni sono terminate ed è stato approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’Italia è il primo beneficiario dei due principali strumenti del NGEU. Circa il 40% delle risorse è dedicato ad azioni di sviluppo nel Sud Italia, al fine di affrontare adeguatamente le disuguaglianze geografiche. La crisi in corso ha colpito fortemente un paese con molte fragilità in ambito economico, sociale e ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il PIL italiano ha registrato una crescita del 7,9%. Negli stessi anni, Germania, Francia e Spagna hanno avuto rispettivamente una crescita del 30,2%, 32,4% e 43,6%. Il numero di persone in condizioni di povertà assoluta è cresciuto dal 3,3% al 7,7%, raggiungendo il 9,4% della popolazione totale nel 2020. Le principali vittime sono state donne e giovani. L’Italia è anche il paese dell’UE con il maggior numero di NEET tra i 15 e i 29 anni. Il tasso di partecipazione femminile all’occupazione è del 53,8%, mentre gli standard europei si attestano intorno al 67,3%, e tutti questi problemi sono ancora più rilevanti nelle regioni del Sud, dove il processo di convergenza con le aree più sviluppate è in stallo.