Fact Sheet 28 – Il progetto Food Crossing District

Fact Sheet 28 – Il progetto Food Crossing District

Il settore agroalimentare genera quantità rilevanti di sottoprodotti e scarti, il cui smaltimento produce impatti ambientali ed economici negativi. L’adozione di un approccio di simbiosi industriale per trasferire e condividere risorse tra industrie dissimili riflette le recenti strategie Europee sul disaccoppiamento della crescita economica dagli impatti ambientali. Nel 2014 l’Italia ha trasformato 4,9 M di tonnellate di pomodori, contribuendo al 12% della produzione mondiale e al 55% di quella europea. Questo processo genera uno scarto significativo il cui 10- 30% è costituito da bucce e semi. Nelle bucce si trovano maggiormente i carotenoidi, pigmenti liposolubili, con proprietà antiossidanti e di foto-protezione cellulare. Il riutilizzo di sottoprodotti di lavorazione del pomodoro può essere un modo naturale per arricchire substrati lipidici già preziosi, come l’olio d’oliva, apprezzato in tutto il mondo per le proprietà salutistiche.

Altra filiera d’interesse è quella del grano. Dopo la macinazione, la crusca, principalmente utilizzata nell’industria mangimistica, rappresenta circa il 20% del macinato. La crusca può contenere fino al 10% di olio e la disoleazione è necessaria per il suo utilizzo in prodotti dietetici. La crusca disoleata e l’olio estratto dal cruschello, in relazione alle peculiari qualità chimiche e sensoriali, potrebbero trovare mercato in campo alimentare (linee “light”), della mangimistica animale e nel comparto della produzione di biodiesel e dei biopolimeri.

Il progetto Food Crossing District ha come scopo l’individuazione di soluzioni per il riutilizzo e la valorizzazione di sottoprodotti agroalimentari; con questo intento sono state selezionate due filiere produttive significative per l’Emilia-Romagna al fine di sperimentare interventi tecnologici e di sistema. In particolare, saranno valorizzati bucce e semi provenienti dalla lavorazione del pomodoro e crusca e cruschello, ottenuti dalla lavorazione del grano. Con l’impiego di tecnologie a basso impatto ambientale saranno ottenuti nuovi prodotti alimentari: un olio da co-frangitura di olive con bucce e semi di pomodoro da proporre direttamente al mercato come prodotto funzionale, una crusca disoleata e torrefatta ed un olio di germe di grano per il mercato alimentare o il settore dei biocarburanti.

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del POR FESR Emilia-Romagna, programmazione Fondi Strutturali 2014-2020. 

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